lunedì 22 agosto 2011

Mancare

Il secondo strappo é il più doloroso. E' quello della presa di coscienza. Sono arrivata in stazione trafelata, dopo più di un'ora di ritardi e attese nella metro. Sono corsa al controllo passaporti, ho accettato e risposto alle domande della guardia, pensando sempre di essere in un luogo straniero e sgradevole. Ho dormito per gran parte del viaggio, fino a quando un paesaggio, il paesaggio a me noto si é palesato davanti ai miei occhi. E li' ho sentito lo strappo, ho capito che me ne sono andata, che non vivo, non respiro, non mi appassiono, non gioisco, non sono più triste in quel luogo, che ora é a me estraneo. E' stato come un coltello che mi ha perforato la pelle lentamente. Una ferita inferta in 8 ore, un centimetro all'ora, lento, ma sanguinolento. Ho visto i miei amici felici, li ho lasciati giovani adulti preoccupati, li ho trovati giovani genitori felici. Ho ritrovato anche te, abbiamo diviso una coppa di gelato al pistacchio nella tua cucina perfetta, pulita, profumata. Ho capito che mi sei mancato anche tu, con le tue fissazioni e le tue mani da lavare. Sono risalita su quel treno di ritorno capendo che tutto passa e accompagnata dalla tua frase, con la quale mi hai salutato: "Francesca, non abbiamo più una quotidianeità, ma ci vogliamo molto bene, siamo amici".

Mancare é questo. E' una ferita che stenta a rimarginarsi, é cercare palliativi che sai benissimo non esserlo, é cercare di stare sù col morale, anche se dentro ti senti triste e sconsolata. E' capire che forse conti per qualcuno molto di più di quanto tu abbia potuto stimare e valutare. Mancare é cambiare vita, é fuggire, é impacchettare tutta la tua vita e chiuderla in un garage di dodici metri quadri e partire, non troppo lontano, ma non troppo vicino. Mancare é dirti: vorrei esserci, vorrei condividere. Mancare fa parte della vita, é l'unica consolazione che trovo a questo mancare.

1 commento:

topogigio ha detto...

i legami, gli affetti, l'amore spezzano quel coltello che ferisce l'anima a poco a poco...e resta dentro la dolcezza, anche se un po' amara,del bene che si dà e che si riceve, che ti fa andare avanti nonostante il sangue che sgorga dalla ferita...ne so qualcosa...