mercoledì 6 agosto 2014

E' estate e ti vorrei dimenticare

E' estate. 
La prima vera estate che ho da quando ho lasciato l'Italia 9 anni fa. Una vera estate, in cui mi metto i sandali e le magliette corte. In cui lascio il maglione a casa ed esco senza giacca (ma sempre con l'ombrello in borsa, perché non si sa mai qua).
E ieri la collega mi dice "dai, domani andiamo a questo concerto sull'erba a pausa pranzo". Io dico: questa é Londra. Concerto sull'erba a Westminster a pausa pranzo, che dura un'ora esatta, cosí non sfori nel tuo flexitime giornaliero. Magie della vita londinese, penso.
Andiamo. Lei rifornitissima, panini, limonata, copertina da picnic. Io con uno pseudoscialle da mettere a terra, senza panino, ma con lo stomaco che boata (cioé produce boati). Non c'é bisogno di dire che é stato a momenti divino. 
Ma poi torniamo. E sulla via del ritorno, decidiamo di cambiare strada, di imboccare un'altra delle mille stradine che ci portano in ufficio. E lí ci troviamo davanti una chiesa. Intitolata a un santo. Io sospiro. Lei continua a parlare, ignara. 
E penso: mi é successo lo stesso a Quebec City. Una chiesa intitolata ad un santo con il tuo nome. E io che ho detto subito "andiamo via, andiamo". Perché mi da' ancora molto fastidio. Anche dopo tutto questo tempo. Anche dopo tutto questo amore che ho ricevuto dopo di te. Anche dopo che ho ottenuto un nid douillet. Due braccia fra le quali dormire. Due orecchie che ascoltano le mie parole. 
Che fare? Niente. Aspettare. E' passato forse troppo poco. Cercare di non pensare. Andrà via anche questo. Cosí mi dico. E ci credo.
E mi cito. Cito quello che ho scritto un anno fa oggi: "La vita vale altro. Con i mocassini o senza ai piedi". Si, vale anche senza i mocassini. Capperina.    
https://www.youtube.com/watch?v=Qtb11P1FWnc 

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