venerdì 8 agosto 2014

Due imperfetti ballerini quasi perfetti

Due sere fa sei tornato a casa con un aggeggino in mano, tutto felice. Mi hai spiegato cosa fosse e come funzionasse, ma io, ignorante come pochi in tecnologichese, ho alzato le spalle ed ho proposto di andare a mangiare, perché lo stomaco urlava e la mente era stanca. 
Stanotte non mi hai fatto dormire. Ti lamentavi come un bimbo per i dolori muscolari. Ho aperto gli occhi alle 6.43 con te che mi guardavi con una faccia implorante. Mi hai chiesto un massaggio, a me che delle mie mani non so mai cosa farmene. Ho eseguito goffamente, poi ti ho consigliato una doccia calda, lunga, mentre io mi sono trascinata in cucina con gli occhi di nuovo chiusi.
Ho ripensato a quell'aggeggino. E visto che sono ossessionata da una canzone, l'ho fatto partire. 
Mentre mettevo a tavola sei arrivato tu, di soppiatto, mi hai preso fra le braccia e mi hai fatto ballare. Dolcemente. Neanche tanto goffamente. Perché sai, tu sei l'unico con cui io sia riuscita in vita mia a ballare, senza pestare i piedi, senza perdere l'equilibrio, lasciandomi guidare. Due imperfetti ballerini quasi perfetti. 
E mentre ballavamo, io ho sossurrato a te e piú a me stessa "Call it magic, call it true, when I am with you. Still believe in magic, yes, I do". 
Per concludere in bellezza questo momento perfetto, abbiamo guardato fuori dalla finestra e abbiamo visto il nostro vicino che ci sorrideva mentre mangiava i suoi cereali in piedi alla finestra della sua cucina. E queste cose succedono anche quando vivi al quinto piano. E pensi che puoi andare in giro per casa nudo, tanto nessuno ti vedrà mai. E invece...

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