mercoledì 6 marzo 2013

La sfortuna a Londra

Io sono sfortunata a volte. Londra é una città enorme. Ma io incontro sempre la persona sbagliata. Vado al cinema, un cinema anonimo, in un posto anonimo, per un film italiano. E chi mi appare? Proprio lui, si, quello che ho portato in quel cinema un po' di mesi fa, quando ci frequentavamo ancora. Mi scappa un ciao che suona più come "oh no, proprio tu. Datemi una vanga per scavare una buca e sparire". E tu, li' accanto a me, mi guardi e mi dici all'istante "hai cambiato faccia. Quello chi é?". L'inizio del film mi salva dall'interrogatorio, ma io non lo guardo neanche il film. No, non ce la faccio. Penso e ripenso a me e quel tipo in quel cinema, una sera di agosto, ripenso alla sua mano che si appoggia dolcemente sulla mia guancia, ripenso ai nostri sorrisi, alle solite mani che si incrociano, cosi' come hanno incrociato altre dopo. Ripenso a tutto questo e non guardo il film. E no, io devo ripensare a quanto é stato. Io, tapina.
Nella metro torni alla carica: "sei strana da quando hai visto quel tipo che hai salutato". E' la mia stazione, ti saluto e mi salvo. Si, mi salvo per tornare a pensare a quella sera di agosto, forse la migliore che abbia avuto con quel tipo, più o meno dimenticato e archiviato. Si, io sono sfortunata a volte. A Londra e altrove. Me la cerco io la sfortuna. Perché non lascio andare, perché conservo ricordi inutili. Perché perdo occasioni importanti. Mi metto sotto le coperte e prometto di non farlo più. Pfff, vedremo.

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