mercoledì 18 dicembre 2013

Vigorsol a gogo

Devo scrivere. Si, devo scrivere che sono stata bene. Nonostante il mezzo pacchetto di chewin gum in bocca. Nonostante il mal di gola da mononucleosi che mi hai trasmesso tu, untore che non sei altro. Nonostante il bacio sulla guancia a Leicester Square, mentre io mi aspettavo un bacio da Via col Vento (come me ne avevi dati a tonnellate sabato notte - o forse eri ubriaco e quindi era tutto piú semplice). Nonostante la distanza rispettosa che hai mantenuto per tutta la cena (al massimo mi ha sfiorato la mano mentre agguantavi la bottiglia di vino). Sono stata bene. Sono stata benissimo. Lí a parlare, lí a raccontare, lí ad ascoltare. 
Sono stata ancora meglio quando usciti dal ristorante e mi hai chiesto di toglierti gli occhiali. Io ti ho guardata stupita, ma ho eseguito la tua richiesta. E lí siamo tornati ai baci da Via col Vento. Mi hai anche detto "scusa, ma io con gli occhiali miei che si scontrano con i tuoi, non riesco a baciarti". Diciamo che il cibo thailandese avrebbe probabilmente richiesto una vigorsol anche per te (io me ne ero infilate due in bocca di soppiatto prima di uscire), ma ho fatto finta di niente ed ho apprezzato la tua passionalità da giovinastro sotto i trent'anni. Ho apprezzato anche la tua volontà di andare come le lumache, lentamente. Va benissimo, my baby. 
Va benissimo tutto. Ma la prossima volta, evita di passarmi la mononucleosi. E mangia anche tu una vigorsol, dai! Te la passo io, sotto il tavolo. Cosí le nostre mani si incrociano di nuovo!

Nessun commento: