lunedì 27 gennaio 2014

Central Line Eastbound

Ho passato venti minuti in camera, sul letto, a sentire il rumore dei pensieri. Poi mi sono vestita ben calda, fuori faceva freddo, freddissimo. Ho controllato ancora una volta la strada, per essere sicura delle tempistiche. Ho controllato la Oyster e sono uscita per strada. Il freddo mi ha colpita, ma ho guardato i miei piedi andare. Camminare. Veloci, nella pioggia. Ho visto le immagini davanti ai miei occhi: il pub all'angolo, la casa delle suore, la creperie, il mio albero preferito, le ambulanze del veterinaio e poi Victoria Station, lí dove piace a me. E poi nel Tubo. C'era pochissima gente, dato il tempo da lupi. Ad Oxford Circus ho lasciato la linea blu per andare verso la rossa. Ho controllato la direzione e ho aspettato la mia. E mi sono detta che in mezzo anno sono passata da un estremo di quella linea all'altro. Prima andavo a Ovest. Ora a Est. Due persone diverse. Con in comune solo la lingua materna. Io sempre la stessa. Forse molto piú disillusa. Forse molto meno sognatrice. Anche se questo lui sogna, secondo me. Si si, di nascosto sogna. E io freno la mia testa e mi dico "aspetta, vedi come va. Magari ti scarica anche questo senza preavviso". Ma allo stesso tempo, la vita va vissuta, va goduta secondo per secondo, attimo per attimo. Sfioramento di mano dopo sfioramento. Abbraccio dopo abbraccio. Carezza dopo carezza.  Passettino dopo passettino. Perché di questo si tratta. 
La Central Line Westbound mi ha segnata. Mi ha un po' rovinata. In tre mesi ha fatto piú danni che in 30 anni. Eppure a Chancery Lane, sulla via del ritorno ho stretto un braccio, dato un bacio e detto "Courage". Forse era piú per me quel Courage. Courage abbandona i fantasmi, le paure. Il faut se laisser aller. Il faut y croire à nouveau, ça vaut la peine. Toujours. Da un estremo all'altro della stessa linea, rossa, come il sangue che ho perso. Come la passione che ho vissuto. Come l'amore che non ho trovato in te e che spero di trovare ora. Sulla Eastbound. 

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