giovedì 21 agosto 2008

Una serata fra amiche

Una serata fra amiche come tante. Siamo in tre. Tutte in coppia. Tutte con grandi speranze per il futuro e anche per il presente. Tutte lavoriamo e abbiamo il nostro stipendio e siamo indipendenti. La discussione ruota sempre intorno agli stessi temi: il lavoro, l'amore, la coppia, i figli. E li' crolliamo tutte. Siamo talmente prese dalla necessità di rivendicare il nostro essere donne moderne, che ci neghiamo il piacere, tutto femminile, di dire "ma io quasi quasi un figlio lo farei anche ora". No, noi razionalizziamo, siamo pacate, ci dobbiamo affermare nel lavoro e cosi' diciamo, false più che mai: "nooo, io prima dei trent'anni no!". L'ho sempre detto, anche io. Pero' ieri sera, per la prima volta ho sentito che era una maschera. Era un tentativo di credere, di convincermi, che sono diversa dalle altre. Perché ho cosi' bisogno di mostrare agli uomini che sono io che porta i pantaloni? Perché nego sempre il mio essere donna e quindi anche simbolo di fragilità, sensibilità, seduzione e maternità? Vado in giro a dire che io in realtà sono un uomo e più lo dico e più emergono quello che é il mio essere donna.
Se razionalizzo, un figlio ora non lo voglio avere. Ma solo perché voglio essere certa della mia coppia. Ma l'istinto materno é li', sotto sotto, che lavora. In silenzio.

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