mercoledì 6 maggio 2015

Laisse tomber les filles

Ho avuto un momento di nostalgia. Nostalgia dei brutti tempi. Di quelli in cui tu non eri ancora nella mia vita ed io ero un po' persa. I tempi dell'insonnia. Del dormi dove e come puoi. Del corri, scappa, insomma fai qualcosa. 
E' stato un caso. Ti ho scritto non per scriverti. Ma per dirti qualcosa. Per comunicarti qualcosa. Noi non ci sentiamo mai da quando sei partito. Quando sei tornato a Londra per qualche giorno, ci siamo a malapena intravisti. Eppure sei stato importante. Diciamo che in quel periodo di confusione, tu sei stato un punto fermo. Con le tue mani perfette. Il tuo sorriso. Il tuo sguardo che mi diceva "te la conti bene, tu". 
Poi c'é stata la partenza. La decisione presa di testa. Frettolosa, dicevo io. Ti dicevo "aspetta, guardati intorno". Tu hai deciso, comprato un biglietto solo andata, preparato un pacco grosso come la tua stanza e sei andato. Cosí. Di botto. 
Mi ricordo che abbiamo sviluppato un'insonnia comune nel tuo ultimo mese a Londra. Mi ricordo di noi due nella cucina bianca alle 5 del mattino. Con i pensieri. Con le mani nei capelli (sempre perfetti i tuoi, eh?). Con poche parole. Come al solito. Tanto per certe cose basta uno sguardo. Questo lo dicevi anche tu. 
Dopo la tua partenza, c'é stato il vuoto. Il silenzio. Io ero sempre persa, ma non era piú lo stesso. Certi momenti non si possono rivivere. Quello state of mind era partito con te. Ma prima di partire mi hai lasciato qualcosa. Mi hai avvertito. Mi hai detto fai attenzione a te. E nel tuo francese piú che stentato mi hai canticchiato questa canzone. Laisse tomber les filles, laisse tomber, un jour c'est toi qu'on laissera, mi hai detto. Se non fai attenzione, c'est toi qu'on laissera. 
Ecco, ieri ti avrei voluto dire questo. Che ho imparato la lezione. Anche grazie a te. 
Tutto serve nella vita. Questo lo dicevi anche tu. 

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