giovedì 13 settembre 2007

Una corsa a 180 Km/h

Esco di corsa, sono le 8:30. Nel naso il profumo del docciaschiuma, nelle orecchie la musica di un cantante italiano. Uno di quelli che ascoltavo quando avevo 16 anni. Di quelli che tutti conosciamo, ma nessuno ascolta. Di quelli che ti fanno pensare "Guarda com'ero e come sono diventata". E così giù per strada inizia la mia corsa. Prima il quartiere africano, i bar ancora chiusi, i volti neri, gli sbadigli di chi ha fatto tardi, le case che cadono un po' a pezzi, la sporcizia per terra. Poi in un colpo mi trovo davanti al Parlamento europeo. E lì non posso non guardare lo striscione enorme "Together". Insieme. Una parola che dice tutto. Il Parlamento troneggia su piazza du Luxembourg, con i bar che hanno ancora i segni delle happy hours della sera prima. E poi ancora giù verso la city, verso Rue de la Loi, regno degli eurocrati. Tutti gli edifici sono della Commissione o del Consiglio. Un posto in cui incontri solo donne e uomini, che corrono con i loro tailleurs. Il posto in cui si capisce quali saranno le prossime tendenze della moda per chi guadagna tanto. Tutti quelli che incontro hanno attaccato al collo il cartellino con la bandiera a dodici stelle. E ne vanno fieri. E poi ancora giù nel sottopassaggio, dove incontri il ragazzo che fuma e il barbone. Siamo in tre lì sotto, mentre undici piani di DG AGRI ci sovrastano. E poi l'ultimo tratto, lo sprint finale. La chiave nella serratura, due mandate, la moquette sotto i piedi, un piano di scale....traguardo! Sono la prima ad arrivare. Questo è il mio momento di pace. E' quello che mi dà la forza per tutta la giornata. Sono quei dieci minuti in cui sono sola nel mio ufficio, il capo non c'è, le stagiaires forse dormono ancora. Mi faccio un thè, guardo la posta e soprattutto sto in silenzio, mi rilasso.
Il ritorno, la sera, è un'altra storia.

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