venerdì 19 settembre 2008

Una ventata di freddo

L'ho vista arrivare e passare davanti a me e l'ho sentita dirmi "Ciao". Poi non ho sentito più niente. Più che altro non ho avuto il coraggio né la forza di guardare lui, di vedere la sua espressione. L'ho solo sentito scusarsi, niente di più. E' stato un attimo, che mi ha fatto ripensare ad un antico dolore, da cui rifuggo da anni. Quel dolore della fine di una storia d'amore, del fatto che non si puo' più stare insieme. In quel momento ero dalla parte di lei, non dalla parte di lui. Ero la persona che si sentiva morire un po' di anni fa quando incontrava una persona che era ormai uscita dalla sua vita. Ero quella che doveva andare a letto stordita, per non pensare, e che cercava ovunque una traccia di lui. Ero e sono quella stessa persona che riguarda le poche foto che mi sono rimaste di noi e dice dentro di sé "se torni, io ti riprendo, perché mi chiedo ancora perché non abbia funzionato".
Dopo aver sofferto cosi' tanto, io non ho più voluto soffrire. Mi sono barricata nella negazione dell'amore. Inizio a pensare di non aver più amato nessuna delle persone con cui sono stata per non soffrire come ho sofferto. Ma questa é vita? Cosa mi diro' prima di morire? Mi pentiro' di non essermi più lasciata andare? Mi ripeto sempre ed una sola risposta: le relazioni umane sono complicate. E sono convinta che non sia la buona!

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