giovedì 24 marzo 2016

La tristezza, grande

Io amo Bruxelles. Io la considero casa. Io adoro tutto di quella città che nessuno ama. E' sporca, dicono tanti. E' pericolosa, aggiungono altri. 
A me non importa. A me porta solo bei ricordi. Il brutto che ho vissuto lí é andato via. Scomparso.
Stamani, come altre volte, ho pensato che fosse qualcosa di piccolo, di limitato. Non ho dato importanza. 
Ho realizzato piano piano. Quando ho sentito parlare di morto. Quando ho sentito parlare di quella stazione della metropolitana che conosco bene. Non mi é mai piaciuta. Faceva paura. Ma, la conoscevo bene. Ci passavo quotidianamente. Io la prendevo poco la metro a Bruxelles. Ma ci sono passata tante volte. 
E soprattutto é la stazione a cui scendono i miei colleghi. Ho pensato subito a loro. Ho sentito il respiro fermarsi di fronte al pensiero "e se fosse". Ho scritto mail. Ho trattenuto il respiro. Ma non ho sospirato di sollievo. Non ce l'ho fatta. Perché ho visto troppo dolore.Troppa distruzione.
Ho visto la mia città del cuore, la mia patria spirituale a pezzi. Ho sentito non tanto il panico, quanto il dolore nelle voci delle persone care.
Ho provato rabbia stupore.
Potevo esserci io su quel treno. Ma non é quello che mi fa paura. Mi fa paura il pensare che le persono che sono state strappate alla vita erano su quel treno e in quell'aeroporto con altri fini. Chi andava al lavoro, chi partiva in vacanza.
E perché allora questi innocenti sono stati strappati alla vita?
E' questo che mi fa male. E' questo che mi riempie di rabbia.
Ridateci la nostra vita. Ridateci la nostra libertà.
C'é un solo mondo. C'é una sola umanità.
Ecco, UMANITA'. Gli uomini fra loro non si dovrebbero uccidere. Si dovrebbero amare.
Ma io, vivo di ideali. Pare.  

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