sabato 19 marzo 2016

La festa del papà

Oggi é la festa del papà. E tutti giù a dire quanto meraviglioso sia il loro papà. 
Tutti a postare foto sui social network. Tutti con padri eccezionali. Sorridenti. Belli. Da telefilm americano.
Io non ho postato niente. Non avevo niente da postare. Avevo i miei pensieri. Le mie riflessioni sul nostro rapporto. 
Ho storto la bocca. Non abbiamo avuto un bel rapporto. Non ce l'avremo mai. 
So che non posso cambiare la situazione. Non posso andare e parlare. Non verrei capita. Creerei solo scompiglio. 
Cosa puoi aspettarti, Francesca? Me lo sono chiesta tante volte. Mi sono risposta niente.
L'ho detto tante volte: abbiamo avuto una chance io e te, caro papà. E non l'abbiamo utilizzata. L'abbiamo persa. E non possiamo tornare indietro. Non ci é concesso.
Non faccio il giochetto delle colpe, io. E' andata come é andata. Chi ha la colpa non importa. Importa quello che abbiamo perso.
E non é poco.
Eppure mi tengo il tuo cognome. Anche ora che il mio futuro marito ci terrebbe che io prendessi il suo. Mi tengo i tuoi tratti stampati sul mio viso. Un'impronta che mi rimarrà a vita.
Ma sono andata via, caro papà. E non tornero' mai.
Sono andata via non solo fisicamente, ma anche psicologicamente.
Ho rotto quel gioco malato.
Non vorrei essere in te. Non vorrei proprio. Non vorrei avere avuto la tua vita.
Di te prendo poche cose e me le porto con me a vita. I tuoi ideali, la tua passione per l'arte, forse anche un po' della tua tristezza.
Ho lasciato da parte il male, il vuoto, l'assenza. Non importa, sai.
Importo solo io ora. Mi sono dovuta mettere in salvo, sai.

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