lunedì 16 febbraio 2015

50 donne e i soldi

Ieri si camminava per Trafalgar, io e te. E c'era una protesta, ancora una volta. Noi pensavamo fosse per quanto successo a Copenhaguen (eravamo lí un po' piú di un mese fa con la scritta "Je suis Charlie" addosso). A guardar bene, ci siamo resi conto che non era per quello, ma per salvare la Grecia. 
A pranzo avevamo parlato di conti in banca. E di un possibile conto in banca comune. Cosa che genera in te la ricerca del miglior tasso di interesse. In me il disinteresse. Ci serve per pagare le spese comuni, non altro. Io mi sono un po' irritata a pensare al potere dei soldi. Irritazione aumentata ancora di piú di fronte a quelle persone che si riuniscono per protestare contro la Grecia, la Merkel e le banche. 
E io nel camminare, aggiungo "dopo una lunga riflessione, la crisi, per come la penso io, l'hanno creata gli stati e le banche. Perché ora devono pagare i cittadini?". Tu rispondi, io quasi non sento, un po' per il rumore, un po' per scelta di non sentire. La mia era una dichiarazione. Non un tentativo di parlare e lanciare un dibattito. 
Poi mi arriva il messaggio di chi compiva gli anni ieri. Che mi dice che il suo sogno sarebbe di avere 50 donne e tanti soldi. E io penso "Dio santo, grazie che me ne hai liberato". Anzi se ti avessi avuto lí davanti, ti avrei baciato i piedi in forma di riconoscenza. Cosa avremmo avuto da dirci noi, sulla base di quanto scrivi, se mai fossimo rimasti io+te? Niente. Assolutamente niente. 
Ecco, io non voglio un uomo che voglia 50 donne. Io non voglio un uomo che voglia i soldi. Quelli, se li avremo, sará perché ce li siamo guadagnati col nostro lavoro. L'amore, poi, si conquista con altro. Con un lavoro, da certosino, quotidiano. 
Allora, no alle 50 donne. No ai soldi solo per averli. 
Andiamo all'essenziale, please.

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