sabato 23 luglio 2011

Great expectations

Sono la donna della valigia. L'ho fatta e sfatta, tante volte. Stavolta questa valigia, arancione e sporca, é stata particolarmente pesante. Dentro c'erano speranze, grandi, quasi immense, delusioni, strazianti, paure, incontrollabili, sogni, realizzabili. Ancora una volta ho preso questa valigia e ho cercato un nuovo sentiero.

Sono arrivata in un paese lontano e vicino e ho iniziato a lottare. E' stato logorante, ho sentito lo strappo dell'addio, ho fatto finta che fosse un arrivederci, ma dentro di me sapevo che non c'era ritorno. Ho più che altro sentito, provato e sofferto il peso delle scelte, la paura delle scelte. La mia é stata una scelta obbligata, cercata ma non voluta. Non avevo altra soluzione, ero schiava, sono libera. Ero schiava di una situazione, di una città, di una vita che mi ero consapevolmente scelta, di un uomo. E' incredibile come mi ci sia trovata, proprio io che ho sempre criticato mia madre. Ho accettato silenziosamente la violenza, ho sperato che fosse frutto di una circostanza, ho creduto che potesse essere frutto di una sbaglio, temporaneo, riparabile. Ho capito tutte quelle donne che finiscono sulla cronoca, maltrattate e picchiate. E per salvarmi, per lasciare la shciavitu' e tornare libera ho dovuto lasciare tutto quello per cui avevo lottato per anni.


La sensazione più strana della riacquisita libertà é la paura. Paura di sbagliare, di parlare, di amare, di non saper dire abbastanza grazie. E' la paura di chi ha vissuto 20 anni di dittatura e scopre che il dittatore, in una notte, é sparito, morto, decapitato. E' anche la paura della speranza, delle speranze. Di quelle che nonostante tutto, ti fanno rialzare e tornare a lottare.

1 commento:

topogigio ha detto...

nessuna paura!!!! VIVA LA LIBERTA'!!!!