mercoledì 24 ottobre 2007

Il lavoro: aveva ragione Marx?

Il lavoro non nobilita l'uomo. Lo distrugge. Per me l'entrata nel mondo del lavoro è stata una tragedia. Ne porto i segni. Sono cresciuta in una famiglia che crede fermamente nei valori. I miei hanno amato il loro lavoro e mi hanno sempre fatto notare che lavorare è gratificante. Quando ho dovuto scegliere che facoltà fare, i miei genitori mi hanno lasciata libera di scegliere e mi hanno ricordato di fare quello che sentivo. Mi hanno invitata a seguire un sogno. Il sogno però è finito ed è iniziato l'incubo. Quello del lavoro quotidiano. Un incubo trovarlo, un incubo avercelo. Ogni giorno per me è una tortura. Delle volte cerco di farmi forza, pensando che amo quello che faccio. In realtà no. Lo detesto. Ogni volta che salgo le scale dell'ufficio mi sale un nodo in gola. Cosa fare? Ma soprattutto dove sono finiti i miei ideali? Alcune volte, mi vengono i brividi, mi sento viva quando si parla di qualcosa che mi ricorda quello che ho studiato. E poi torno alla realtà, dura e cruda. Come venirne fuori? Non lo so, questo è il problema.

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